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Giuseppe Pappalardo nasce a Padova il 13 febbraio 1973.
Consegue la Laurea in Economia e un Master in Gestione Risorse Umane.
Durante gli studi universitari inizia la pratica dello Yoga e della Meditazione.
Si diploma nel Centro studi ASIA di Bologna.
Diventa Costellatore Familiare in un percorso biennale nel Centro “Il Tao delle Costellazioni Familiari” a Bologna diretto dalla psicoterapeuta Navala Jansch.
Approfondisce la formazione con successivi due anni di assistenza.
Nel 2009 risiede per sei mesi nel Centro Spirituale Miasto del Maestro Osho Rajneesh in Toscana dove approfondisce la Primal e il Tantra.
Dopo un percorso triennale si diploma Counselor e Coach indirizzo “Voice dialogue” e perfeziona la formazione con tre anni di assistenza nella Scuola “Innerteam” di Bologna diretto dalla docente Franca Errani.
Apprende la meditazione e il massaggio vibrazionale con le Campane Tibetane dal Lama Tibetano Thonla Sonam e da studiosi della meditazione sonora.
Approfondisce tecniche di massaggio da diverse tradizioni e scuole (Shiatsu, Olistico e Psichico).
Nel 2009 si certifica Insegnante Yoga della risata, diploma conseguito nel Club della risata di Roma con la Master Teacher Laura Toffolo.
Gli incontri di Meditazione sono corsi infrasettimanali di un gruppo presso associazioni culturali, percorsi individuali definiti ad personam in studio; durante l’anno vi sono dei periodi di approfondimento con seminari intensivi prolungati
L’intendimento che si ha in Occidente di meditazione è molto diverso, se non opposto, a quello orientale.
Nella nostra cultura la meditazione si definisce come : “Esaminare e fare oggetto di attenta riflessione un testo, un’idea, un problema”.
Da questa definizione si evince che, per l’Occidente, i contenuti della mente sono essenziali e necessari per meditare, il rapporto con gli oggetti del pensiero è attivo ed è orientato verso la riflessione che apre a comprensioni nuove e profonde.
Il pensiero occidentale è logico, consequenziale, lineare caratterizzato da ragionamenti e da un linguaggio rappresentativo.
In Oriente, invece, vi è un capovolgimento del significato della parola meditazione, infatti i protagonisti non sono i pensieri, ma è l’atto di osservare sia pensieri che le sensazioni.
Meditare, in questo contesto, è più simile all’atto di contemplare un oggetto o al raccoglimento silenzioso. L’ascolto meditativo del corpo nel qui e ora ha come esito un pensiero intuitivo, che conosce nel silenzio e apre a stati emotivi significativi e trasformativi.
Per approfondire il tema ricordo che la mente può vivere quattro stati di coscienza diversi :
(1) Veglia (2) Sonno con sogni (3) Sonno senza sogni (4) Stato meditativo.
La meditazione è uno dei quattro stati della mente.
La meditazione è uno strumento, se usato correttamente, al servizio della consapevolezza, dell’empatia e dell’autocoscienza.
In Occidente è intesa fondamentalmente in tre modi differenti :
(1) Meditazione intesa come benessere psico-fisico è l’approccio più semplice e diffuso, generalmente è il primo contatto che si ha con la meditazione ed è dettato dalla curiosità e dallo svago.
Gli effetti positivi, in questo contesto, sono circoscritti ad un piacevole rilassamento, a maggiori energie fisiche e ad un generalizzato benessere psicologico.
(2) Negli ultimi trent’anni la meditazione è stata, anche, considerata in certi contesti medici (psiconeuroendocrinoimmunologia, medicina sinergica e altre) come strumento complementare per affrontare i disagi della malattia.
La meditazione, in questi ambiti, non è intesa come una medicina, ma come uno strumento di consapevolezza che genera una maggior lucidità mentale, aumento della resistenza alle tensioni psico-fisiche, alla fatica, ai disagi e riduce l’ansia legata all’aspettativa di guarigione, migliora la percezione del corpo ridimensionando la sofferenza psicologica.
In questi contesti, si è seguiti da medici competenti, che hanno fatto un lungo percorso di ricerca interiore e hanno individuato delle chiavi terapeutiche, che sostengono il processo di guarigione.
(3) La meditazione come ricerca spirituale ha origini antichissime, è sempre stata considerata lo strumento madre per la ricerca interiore e per favorire il risveglio spirituale.
In Oriente da migliaia di anni la pratica della meditazione fa parte del tessuto culturale e caratterizza da sempre diverse tradizioni (Induismo, Buddhismo, Taoismo ecc). Le persone che hanno scelto di dedicarsi alla meditazione come ricerca hanno deciso di affrontare la propria sofferenza, e, quindi, di prendere in considerazione le domande profonde sul senso della vita, sul perché della morte e della malattia.
Spesso queste domande non sono evidenti dentro di noi e sono circondate da un alone di pregiudizio culturale, sia perché confuse con problematiche psicologiche, sia perché la nostra cultura non individua la sofferenza esistenziale come una questione a cui porre attenzione, infatti sono domande considerate senza soluzione, che vanno ignorate o a cui si dà una risposta dogmatica, veicolata dalla religione.
La meditazione è un antico strumento di conoscenza, sconosciuto in Occidente, che, attraverso l’ascolto silenzioso del corpo, permette di trascendere il dolore e risvegliare lo stato naturale dell’essere, lo stupore di esserci, con cui la sofferenza è stata equivocata. Il percorso non è semplice, né immediato, ma la ricerca interiore è emozionante e per certe persone necessaria, poiché trasforma gradualmente l’individuo rendendolo sempre più autentico, vivo e libero dai condizionamenti e dalle abitudini.
La sua nascita si perde all’origine della civiltà oltre 5000 anni fa…
Le classificazioni sono molte e ogni tradizione ha le sue caratteristiche e specificità.
Esistono meditazioni immobili, a gambe incrociate, in silenzio come la Vipassana o lo Zazen, e meditazioni dinamiche come le danze sacre di Gurdjieff o le pratiche di Osho con la musica.
Esistono meditazioni che contemplano il silenzio ad occhi chiusi, altre che si concentrano sulla ripetizione dei suoni, altre ancora che si concentrano sulla domanda “Chi sono io ?”.
Le tecniche sono molte e anche molto diverse, ma l’obiettivo è sempre lo stesso cioè trascendere la sofferenza, l’angoscia esistenziale e accedere a piani di coscienza superiori liberanti.
Si possono frequentare dei gruppi o essere seguiti individualmente da una persona esperta.
La scelta della tecnica è un’esperienza individuale, si provano le tecniche e poi si trova quella in linea con il proprio sentire.
E’ un pratica che piacevolmente entra a far parte della vita come il tempo che si dedica alla lettura, alla musica e all’amore.
Una seduta di meditazione classica dura 50 minuti e poi una fase finale di dieci minuti di rilassamento, ma quando si impara si può meditare quanto tempo e dove si desidera, l’importante che la pratica sia in linea con la propria sensibilità.
Si può seguire un corso settimanale in gruppo oppure degli intensivi di una o più settimane dove si approfondisce e si hanno comprensioni importanti su se stessi.
Come tutte le esperienze virtuose più vengono frequentate più rilasciano i loro effetti benefici.
Per il Dialogo delle Voci si organizzano durante l’anno seminari di gruppo di una o più giornate e sedute individuali in associazioni culturali di Padova.
Uno dei principali riferimenti teorici del Voice Dialogue è la Dinamica dei Sé, principio secondo cui la personalità di ognuno di noi non è uniforme bensì poliedrica, composta quindi da diverse Parti, che possiamo anche definire Aspetti, Sé o Voci.
La personalità risulta così essere composta non da un’unica dimensione monolitica, ma da “tanti volti”. A volte ci sentiamo forti come un guerriero e altre volte fragili come un bambino? Ora impacciato ora attraente? Ora trasgressivo ora innocente? ecc.
Dentro di noi albergano molte personalità, anche in contrasto fra di loro, a seconda della situazione, persona o gruppo con cui ci troviamo in relazione.
Nel processo di crescita, di adattamento all’ambiente e di imitazione dei modelli esterni abbiamo scelto alcuni aspetti a danno di altri, che vengono declassati e soffocati.
Alcuni Sè, Aspetti o Energie sono primari, sono parti con cui siamo identificati e costituiscono la nostra parte più evidente nella vita ( Ego operativo) e poi esistono le Parti, le Voci o Sè rinnegati che cerchiamo di tenere nascosti o che non riusciamo a vivere serenamente, poiché li giudichiamo e svalutiamo.
Dentro di noi esistono dei conflitti fra le parti, a volte delle vere dicotomie, che possono causare profonde difficoltà sia nei rapporti con gli altri che con noi stessi.
Inconsapevolmente reprimiamo nell’ombra parti di noi che chiedono solo di essere ascoltate, ci priviamo della possibilità di vivere in modo più completo e appagante, consideriamo sempre gli stessi sé limitando, così, la nostra esperienza esistenziale.
Ogni qualvolta una persona ci manda in reazione/giudizio/difesa è il segnale, che ci indica la presenza di una parte rinnegata che chiede di emergere, ma viene censurata.
A questo divieto segue il disagio, la rabbia, l’invidia ecc.
La seduta di dialogo ci insegna a vivere queste parti senza paura, rabbia o vergogna, risolve il conflitto, liberando risorse e potenzialità.
L’applicazione di tale metodologia di counseling dà il via ad un dialogo con sè stessi, inteso come dialogo con le proprie parti, in cui diventa possibile riconoscere ciò che ci sta accadendo dentro, quale aspetto sta agendo e perchè.
Le sedute di dialogo delle voci attivano un processo di disidentificazione dagli aspetti dominanti, con conseguente disattivazione degli automatismi, appianamento dei conflitti, ampliamento delle possibilità di scelta ed emersione di nuove e potenzianti risorse.
In altre parole ogni aspetto viene ascoltato, visto e considerato nella sua complessità, apprezzato e compreso, così da poterlo trasformare da sabotatore in alleato.
E’ come diventare maestri d’orchestra della propria vita: impariamo a conoscere e dirigere le nostre parti, a capire chi è più adatto nella situazioni in cui ci troviamo. Sorge un nuova consapevolezza che infonde maggior sicurezza, benessere e potere personale.
Negli anni ’70 del secolo scorso, i due psicoterapeuti americani, Hal e Sidra Stone, osservando la propria esperienza umana e di coppia con tutta la loro professionalità, intuiscono che molto probabilmente sono varie sub-personalità, con spiccate e precise caratteristiche, a popolare il complesso mondo interiore.
La visione dell essere umano come creatura molteplice non appartiene, però, solo al Voice Dialogue: vi sono altri approcci che ne condividono i presupposti (Gestalt, Psicosintesi, Analisi Transazionale, Quarta via), ma l’ approccio degli Stone presenta elementi specifici che lo rendono particolarmente efficace, efficiente e innovativo.
Gli Stone mettono a punto un metodo codificato che chiamano, Voice Dialogue (Dialogo delle Voci), che attraverso delle vere e proprie interviste ai sé permette di rafforzare la parte consapevole del soggetto e sottrarlo dagli automatismi per favorirne il processo di disidentificazione.
Data la grande capacità di guarigione e trasformazione, la tecnica del Voice Dialogue dagli Usa si è diffusa in Europa e in molti altri paesi, (Sud Africa, India, Argentina, Australia, Russia etc.) trovando applicazione in svariati campi (dalla psichiatria al coaching, dall’espressione corporea al management, dalla psicoterapia alle belle arti) e arricchendosi di altri strumenti quali la danza, il movimento corpore, il disegno, la meditazione, la psicogenealogia, il lavoro sui sogni etc.
L’Italia, dagli anni ’90 in poi, vedrà nascere l’Associazione Voice Dialogue, l’Istituto Innerteam, la prima Scuola di Counseling e Coaching ad indirizzo Voice Dialogue diretta dalla Dott.ssa Franca Errani, cui ne seguiranno altre e l’inserimento del Voice Dialogue come materia universitaria (Progetto Co.Re.M. Università di Siena).
Le Costellazioni Familiari sono un metodo moderno e molto efficace per portare sollievo alle persone che desiderano uscire
da situazioni di sofferenza che si sono perpetuate all’interno dell’Albero genealogico familiare
Il metodo Dialogo delle Voci Interiori parte dal presupposto che ognuno di noi è costituito da diverse parti, o aspetti psicologici, che possiamo definire sub-personalità o Sé.
Ognuno di questi Sé, che ha voce dentro di noi, ha propri desideri, tendenze, bisogni, convinzioni e comportamenti che possono essere riconosciuti e sperimentati direttamente
Lo Yoga è uno strumento antico, piacevole e semplice, molto efficace per ottenere benessere psicofisico.
Grazie a questa disciplina orientale il corpo si rilassa e la mente si calma e si evidenzia uno spazio di coscienza più profondo a cui è possibile attingere
La meditazione è uno strumento antico e naturale che favorisce un profondo benessere psicofisico fin dalle prime sedute.
Nasce in Oriente come strumento di autoinvestigazioneper facilitare il processo di risveglio della coscienza
Per le Costellazioni Sistemico Familiari si organizzano durante l’anno seminari di gruppo di una o più giornate e sedute individuali in associazioni culturali tra Padova, Ferrara e Bologna.
Le Costellazioni Sistemico Familiari sono uno strumento di consapevolezza, che utilizza la rappresentazione scenica per individuare l’origine, a livello sistemico-genealogico, della sofferenza di una persona.
Le Costellazioni Familiari ci forniscono la straordinaria e preziosa possibilità di esplorare e prendere coscienza dei legami con la coscienza familiare, fino alla settima generazione, per ritrovare l’equilibrio e l’armonia.
Lasciando agire la manifestazione dei nostri livelli inconsci e osservandone la rappresentazione scenica, possiamo dialogare con ogni componente della famiglia e comprendere a fondo l’origine del disagio o del sintomo e quindi reintegrare nel sistema l’antenato mancante, dimenticato o ripudiato.
Utilizzando il lavoro con le Costellazioni Familiari si opera per ricostruire la linea ereditaria e per prendere coscienza dei traumi, delle ingiustizie, delle esclusioni, delle privazioni e delle violenze subite dagli antenati.
Non è detto che questo sia semplice: molto spesso quello che viene rappresentato nelle costellazioni è uno scenario totalmente sconosciuto e inedito. Le costellazioni ci mostrano non solo quello che già sappiamo sulla nostra famiglia, ma il vero contributo di una costellazione consiste nello svelarci quello che non sappiamo, quello che è oltre i condizionamenti che abbiamo ricevuto, quello che è nascosto e non riusciamo a far emergere alla consapevolezza.
La cosa importante è aprirsi alle informazioni che arrivano, accogliere con fiducia anche le rivelazioni più sconcertanti: talvolta capita che la costellazione riveli addirittura delle informazioni sconosciute al cliente, ma puntualmente confermate da successive indagini.
In ogni caso, qualunque cosa emerga dalla costellazione, il nostro livello di coscienza è in grado di elaborarlo e di assimilarlo, aumentando la nostra consapevolezza e la nostra forza.
Bert Hellinger è nato a Leimen nella Germania meridionale nel 1925, ha studiato psicologia e teologia ed ha lavorato per sedici anni in Sudafrica come missionario cattolico.
Trascorre 16 anni tra gli Zulu, entrando in contatto profondamente con la loro cultura e le loro tradizioni tribali.
Nei primi anni Sessanta incontra l’approccio fenomenologico grazie a dei seminari organizzati dalla chiesa anglicana sudafricana.
Quest’esperienza contribuisce ad allontanarlo dalla religione cattolica: poco dopo infatti lascia il sacerdozio e inizia ad approfondire gli studi in psicanalisi a Vienna, a Monaco e infine negli Stati Uniti.
Durante la sua lunga vita e’ diventato psicanalista ed ha praticato la dinamica di gruppo, la terapia primaria, l’analisi transazionale, la gestalt, la terapia provocativa, ipnosi, la PNL, le sculture familiari, lo psicodramma per approdare infine al metodo da lui stesso sviluppato della terapia familiare e sistemica.
Il metodo è stato definito inizialmente Costellazioni sistemico familiari, poi Costellazioni dell’anima per approdare a Costellazioni dello Spirito e dell’Essere.
Nei primi anni Ottanta inizia quindi a praticare e diffondere il metodo attraverso seminari e la pubblicazioni di libri e video. Fonda la Hellinger Sciencia apre un centro dove tiene corsi di formazione e seminari a chi è interessato a crescere e ad apprendere il metodo.
Gli elementi essenziali per effettuare una Costellazione Familiare sono cinque : un facilitatore, un cliente, il tema da affrontare, i fatti tragici della famiglia e, se la costellazione è di gruppo, dei rappresentanti.
Immaginiamo la situazione ideale classica di un seminario di gruppo (12-15 persone ) di un giorno, con tutti i partecipanti disposti in cerchio e il cliente vicino al facilitatore.
Nella prima fase si pongono domande al cliente per indagare ciò che è utile.
Viene posta al cliente la prima domanda : cosa vuoi vedere dalla costellazione familiare cioè di cosa soffri?
La cliente risponde brevemente.
Viene posta la seconda domanda : ci sono fatti tragici ( aborti, morti non riconosciuti, pecore nere, atti di violenza, abbandoni, persone dimenticate o di cui non si può parlare, fallimenti, casi di follia ecc ) nella tua famiglia ( in senso allargato come albero genealogico ) di cui ti ricordi ?
Nella seconda fase, si scelgono a caso tra le persone presenti nel cerchio, i rappresentanti della famiglia coinvolti dal disagio e nei fatti tragici e vengono posizionati al centro della sala, senza parlare.
Nella terza fase i rappresentanti entrano in connessione con il campo morfico del soggetto portando alla luce il vissuto emotivo delle persone reali o delle situazioni che rappresentano. In genere, nel giro di qualche minuto la costellazione arriva a uno stallo, a un blocco o un congelamento: è il cosiddetto irretimento, in cui assistiamo all’emersione del nodo o del nucleo problematico del tema.
La visione e la presa di coscienza di questo dato potrebbe bastare al cliente per destrutturare una serie di blocchi psicologici e acquisire nuove consapevolezze riguardo se stesso e il proprio sistema; ma in genere si cerca di effettuare un aggiustamento della situazione, agevolando i movimenti con frasi di guarigione, inchini che onorano i ruoli, richiesta di benedizione ai genitori per vivere serenamente ecc.
Attraverso quindi un misurato e graduale cambiamento delle posizioni dei rappresentanti nello spazio, spontaneamente o attraverso l’intervento del facilitatore, si riporta il sistema nel giusto ordine, in una rinnovata armonia dentro la quale il soggetto interessato riprende il suo giusto posto e ristabilisce le corrette relazioni con i membri del suo sistema.
Le costellazioni familiari è un metodo applicabile a qualunque sistema, azienda, associazione, classe, gruppo, nazione ecc.
Un sistema è “un insieme di unità in reciproca interazione” (Bertalanffy, 1969), “un’unità che funziona come una totalità che scaturisce dai rapporti di interdipendenza tra i suoi elementi costitutivi” (Lasio, 2006, p.7).
Nel modello sistemico l’individuo non è mai considerato come un elemento singolo, ma è parte di una rete di relazioni interdipendenti nel tempo e nello spazio.
Questo aspetto è ciò che permette di ridefinire le connessioni interrotte, riportare i soggetti nel loro giusto ruolo, reincludere antenati nel sistema famigliare da cui erano stati esclusi.
Il sistema famiglia è considerato come un’entità o un organismo vivente, se viene ferito o privato dell’uso di una parte anche il resto del sistema ne risente.
Ciò ha permesso di elaborare un approccio capace di descrivere fenomeni che prima erano oscuri prendendo in considerazione l’albero genealogico del soggetto, anche, fino alla settima generazione e non solo la sua storia personale.
Ogniqualvolta un membro della famiglia viene escluso o dimenticato a causa di un destino difficile, ciò costituisce un problema che si può ripercuotere con enormi conseguenze sulle successive generazioni finché l’elemento escluso non verrà riconosciuto, onorato e reincluso.
In un sistema la singola individualità esiste in funzione del gruppo e in funzione di qualcosa di più grande. Enormi forze vengono coinvolte in questa dinamica, al di là di qualsiasi limite di comprensione da parte nostra.
L’ Anima Familiare o Coscienza Familiare è definita dai componenti diretti e indiretti dell’albero genealogico e da qualsiasi tipo di esperienze dolorose e tragiche vissute dai suoi membri, non elaborate, dimenticate o negate.
Ciò che viene taciuto, “il non detto”, i sensi di colpa, la sofferenza nascosta viene trasmessa ai discendenti per vie inconsce, e senza che ci si renda conto, inconsapevolmente.
Queste eredità negative o informazioni emotive possono generare nelle generazioni successive difficoltà relazionali, malattie e incapacità di autorealizzazione molto dolorose e tragiche.
Se un fratello o una sorella sono morti o dispersi in guerra, se un bambino muore in tenera età o una donna muore durante il parto, un altro membro della famiglia tenderà nelle generazioni successive a sostituire inconsciamente il membro rimosso imitando il suo destino, esprimendo le sue emozioni o i suoi sintomi, o cercherà di seguirlo nella morte.
Se qualcuno nel passato non si è preso la responsabilità di una grave colpa, un bambino cercherà successivamente di pagarne il prezzo, con la sua salute, la sua felicità, il suo successo nella vita.
Mettendo in scena le Costellazioni Familiari, le dinamiche nascoste della famiglia vengono portate alla luce e si riesce a vedere chiaramente l’origine sistemica della sofferenza, si prende consapevolezza del ruolo che si ha, del proprio destino e della responsabilità che libera, scioglie e dà forza per vivere.
Bert Hellinger ci spiega che :
“L’Amore è una parte dell’ordine, l’ordine precede l’amore, e l’amore può solo svilupparsi in base all’ordine. L’ordine è preposto. Se capovolgo questo rapporto e voglio trasformare l’ordine attraverso l’amore, sono destinato a fallire. Così non va. L’amore è subordinato a un ordine, e dopo può crescere. Così come il seme è subordinato al terreno e lì cresce e fiorisce.
Molti problemi nascono perchè c’è chi pensa che si potrebbe superare l’ordine per mezzo di considerazioni interiori o di sforzi dell’amore. Ma l’ordine è preposto a noi e non si lascia sostituire dall’amore. Pensarlo è illusorio. Si deve tornare all’ordine, al punto della verità. Solo lì troviamo la soluzione”.
Nella teoria delle Costellazioni Familiari vengono descritti tre principi, i cosiddetti Ordini dell’Amore che sono :
1) Appartenenza
2) Ordine
3) Equilibrio tra dare e ricevere.
Il lavoro delle Costellazioni familiari permette di riconoscere quali membri della famiglia sono stati esclusi, e di reintegrarli; di capire chi è grande che dà amore e chi è piccolo che riceve amore ; di rimettere ciascun membro al proprio posto e nel proprio legittimo ruolo.
La prima fase, da parte del cliente, è quella di accettare che nella propria famiglia qualcosa è andato storto e cambiare immagine interiore del proprio sistema. Questo passaggio può essere molto doloroso, difficile e richiede del tempo.
La seconda fase è una presa di responsabilità, quella che ci permette di andare a sentire fino in fondo il dolore familiare, che è anche personale, e portarlo a consapevolezza, riconoscendo le colpe, restituendo i pesi, ridefinendo i ruoli e facendosi carico solo del proprio destino.
La Costellazione familiare aiuta la coscienza del soggetto ad elaborare nitidamente il tema doloroso e ottenere beneficio in poco tempo.
(1) Primo ordine dell’amore : diritto di appartenenza
Tutti coloro che fanno parte della famiglia, vivi o morti, hanno lo stesso diritto di appartenenza, se viene negata tale appartenenza le conseguenze sono di vasta portata.
Come può avvenire l’esclusione di un membro della famiglia?
Se un membro della famiglia viene dimenticato, rimosso, disonorato, se ne ha vergogna o ignorato la conseguenza sarà la sua esclusione cioè la negazione del suo diritto di appartenenza.
Esempi di membri esclusi : antenato ucciso, gli aborti, bambini dati in adozione, bambino nato da un’altra relazione viene tenuto nascosto, anche per vergogna per persona disabile, oppure perché abbraccia un’altra fede o che si rende colpevole di qualcosa o bambino nato morto, aborto spontaneo o muore nel ventre della madre ecc.
Come reagisce il campo familiare all’esclusione?
Reagisce come se fosse stato commesso un grave torto che deve essere espiato.
L’ingiustizia dell’esclusione viene espiata nella famiglia e così accade che un altro membro ( un discendente ) rappresenta a sua insaputa la persona esclusa ; questa identificazione, questo prendersi carico del destino di un altro membro della famiglia, Bert Hellinger lo chiama Irretimento.
Come si fa a sapere se una persona è vittima di un Irretimento?
Ovviamente la via preferenziale è quello di verificarlo in una costellazione familiare, anche perché il Campo cosciente familiare non si avverte direttamente come quello individuale, non ha delle sensazioni specifiche con cui si manifesta, lo si vede indirettamente dai comportamenti eccessivi o difficoltà della vita di un membro, che costituiscono il segnale di un possibile Irretimento.
Esempi di possibili Irretimenti : chi ama sport estremi, dipendenze di ogni genere ( affettive, da gioco d’azzardo, da droghe, da sesso, da lavoro ecc. ), chi intraprende la via monacale, chi manifesta malattie, i conflitti nel rapporto di coppia spesso sono frutto di movimenti dell’anima rimasti in sospeso, oppure genitori che chiedono ai figli invece di dare, e ancora fenomeni come il bullismo, l’omosessualità, andare a vivere all’estero ecc. ecc.
Chi appartiene alla famiglia?
Tutti i bambini, anche quelli abortiti, con aborto spontaneo o voluto, abbandonati o dimenticati. Fratelli, sorelle, fratellastri e sorellastre.
I genitori e i loro fratelli e sorelle, compresi quelli abortiti, abbandonati e dimenticati.
Precedenti partner dei genitori con cui i figli potrebbero identificarsi.
I nonni, ma senza fratelli e sorelle con dovute eccezioni, anche i partner precedenti dei nonni.
Tutti coloro dalla cui morte o perdita la famiglia ha tratto vantaggio, se dei membri della famiglia si sono resi responsabili della morte di altre persone, le vittime fanno parte della famiglia. Se qualcuno ha ucciso un componente della famiglia fa parte del sistema, se non viene accettato sarà rappresentato da qualcuno successivamente nei sentimenti o anche nel comportamento.
Ci sono casi gravi in cui si perde il diritto di appartenenza?
Si, si perde il diritto di appartenenza quando si uccide o si vuole uccidere un altro membro della famiglia, o se si è commesso un grave crimine nei confronti di altri. Chi lo ha fatto deve andarsene oppure essere escluso altrimenti si escluderà un innocente al posto suo.
Nelle Costellazioni familiari il rappresentante lo si esclude facendolo uscire dalla porta della sala.
(2) Secondo ordine dell’amore : la gerarchia
Ognuno di noi occupa un posto/ruolo ben preciso all’interno della famiglia. E’ un ordine gerarchico il cui parametro è il tempo, chi viene prima è in una posizione gerarchicamente superiore rispetto a chi viene dopo.
Se chi viene dopo, si pone come chi viene prima allora viola la gerarchia.
Spesso la nostra cultura non rispetta la gerarchia che viene sovente scavalcata invocando la libertà personale o il diritto di svilupparsi secondo le proprie idee.
La pena della violazione della gerarchia è la morte nel senso più ampio del termine.
Esempi di violazione del secondo ordine dell’amore : il fratello minore fa da fratello maggiore, la figlia fa da madre ai fratelli minori oppure quando un bimbo sente che un genitore è attratto dalla morte, per qualsiasi motivo, afferma nella propria anima “Meglio io che tu !” (“Preferisco ammalarmi/morire/pagare/farmi carico di una colpa/sparire io/suicidarmi io al tuo posto !”).
Il bimbo si erge sopra i genitori (pensiero magico del bambino) per “salvarli” cosa che non avviene, ma il bimbo è convinto di si e le conseguenze sono nefaste.
La fede cristiana viene qui superata, poiché essa predica l’amore, che sacrifica la propria vita per l’altro, che promette come ricompensa la salvezza eterna.
Le costellazioni mostrano che questo amore è destinato a fallire, e quindi “nessuno si faccia carico del peso dell’altro, ma ognuno si faccia carico del proprio destino e delle conseguenze del proprio comportamento senza addossarlo ad altri”.
(3) Terzo ordine dell’amore : equilibrio dare e prendere
Qualsiasi ingiustizia subita o compiuta da un membro della famiglia che appartenga a una generazione precedente deve essere successivamente bilanciata dall’operato di un membro della stessa famiglia.
Esiste una forza inconscia nella famiglia che ci fa pareggiare i misfatti dei nostri antenati, come dice la Bibbia “le colpe dei padri ricadranno sui figli”.
All’interno del sistema familiare qualunque atto negativo commesso in passato e a cui non sia stato posto rimedio finirà per palesarsi nelle generazioni successive, come un virus da sempre presente nell’organismo, ma che assume solo dopo tempo, il carattere di malattia.
La coscienza collettiva tramanda il compito dell’espiazione, di generazione in generazione, fino a quando la colpa non viene raccolta, reclamata e cancellata, è la legge del dare e ricevere.
Ciò che spesso accade è che alcuni membri vengono dimenticati, esclusi, ad esempio perché sono gravemente malati o muoiono molto piccoli o in circostanze particolarmente dolorose (ad esempio uccisi o dispersi in guerra). Alcuni vengono dati in adozione e così facendo perdono la possibilità di sentirsi parte della loro famiglia di origine; altre persone possono essere state allontanate, escluse e dimenticate dalla famiglia e le ragioni possono essere diverse: emarginazione sociale, carcerazione, omosessualità, emigrazione, motivi religiosi e sociali.
Le persone escluse devono essere reintegrate nella famiglia, e nel caso in cui questo non avvenga, saranno i successori a dover pagare il prezzo dell’esclusione, spesso rivivendo il destino degli antenati esclusi.
Il corso dal 3 ottobre 2023 è tenuto sia in presenza che online nella piattaforma Zoom il Martedi ore 19:00-20:30. Chi desidera provare una lezione gratuita mi invii un messaggio o una mail così gli invio il Link.
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