Energia e meditazione

Energia e meditazione

Energia e meditazione

L’Energia è ovunque, da sempre, in noi e intorno a noi.

Fin dalla nascita siamo alla ricerca di energia in tutte le sue molteplici forme.
La cerchiamo attraverso il respiro, il cibo, l’attività fisica, le emozioni, il riposo, l’eccitazione sessuale, il rischio, l’arte, la trasgressione, il gioco, il rito e l’amore.

In verità è l’energia che si cerca, si trasforma, si fonde, si duplica e attraversa la vita, anche in questo momento.

Per esempio, dalla lettura di questo testo, tu, lettore, speri di ottenere energia, attraverso pensieri, concetti, suggerimenti che arricchiranno la tua mente e il tuo spirito.

Siamo nati per farne esperienza, ad ogni istante, essa c’è e ne siamo più o meno consapevoli, accade adesso senza interpretazione o scelta.

L’Energia si dà, da sempre, ci riempie costantemente, prende forma ed è in continuo movimento, noi siamo energia.

Se ci pensiamo un attimo, se ci chiedessimo: “ma prima di nascere dov’ero?” Immediatamente la risposta ci apparirebbe come un buio denso, un fotogramma nero, un nulla, il nostro nulla, noi non c’eravamo.
Lo diamo per scontato, ma prima di nascere, non facevamo esperienza dell’energia poiché non c’eravamo.

Se ci ascoltiamo un istante, con attenzione, sentiamo emergere una sottile angoscia, perché c’è “qualcosa” che non riusciamo a comprendere, a pensare chiaramente, è il nostro “non esserci”.

Il nulla per definizione è “ciò che non c’è”, dovremmo essere indifferenti a ciò che non c’è, ma, dentro di noi, l’energia vitale, per contrasto al nulla, in alcune persone sensibili, si evidenzia con il sentimento dell’angoscia.

Angoscia di cosa? E’ un sentimento legittimo o bisogna sentire più profondamente per cogliere il significato che cela? Cosa nasconde l’angoscia?

Per rispondere a queste domande facciamo un salto indietro fino all’origine del tempo.

Il big bang, forse il momento in cui tutto ha avuto inizio, risale a miliardi di anni fa, un tempo impensabile.
Dopo molto, molto tempo, ad un certo momento sei nato tu, sei apparso al mondo o il mondo ti è apparso.
Da allora tu esisti; sottoforma di atomi, molecole e cellule vive, che respirano da sole, che necessitano di energia, ad ogni istante.

In un punto minuscolo e remoto dell’Universo, ti sei acceso e hai cominciato a fare esperienza della vita cosciente.

Molti esseri umani, non tutti, si chiedono, una volta nella vita, perché nasciamo dal nulla, viviamo e torniamo al nulla? Perché soffriamo? Perché tutto questo?

E’ il segreto più profondo dell’Universo: l’Universo c’è, ma non sa perché c’è.

Tu sei un pezzettino di Universo, un pezzettino cosciente, capace di chiedersi, di farsi domande e di interrogarsi su tutto, anche, del senso di esistere.

Entriamo, lentamente, nelle tematiche più profonde di un essere umano.

L’amore è l’energia che gli esseri umani preferiscono, le persone si amano per il bisogno costante di sentirsi vive, per vivere il piacere del sesso che li ordina a riprodursi, ad allevare i cuccioli ed educarli.

Dal momento del concepimento, quando un uomo e una donna si uniscono sessualmente, il bimbo entra nell’esistenza.
Una volta concepito inizia il suo viaggio dentro il ventre materno, li, si sente tutt’uno con l’universo, senza nessuna separazione.

Il bimbo entra in un doppio processo che è quello di fare esperienza di energia informata, informata di mondo, di capacità, di sensazioni e di relazione, prima solo con la madre e, poi, dopo la nascita, con il mondo.

Crescita come accumulo, dispersione e trasformazione di energia, in un dare e ricevere in un attrito con il mondo che, si spera, forgi le premesse per la formazione di un corpo sano e di un io solido.

Crescendo il bimbo respira, respira il suo corpo, respira la sua anima che si nutre delle emozioni circostanti, alcune ordinate alle leggi dell’amore, armoniose e superiori e altre, invece, frutto dell’amore cieco che interrompono il movimento di conoscenza e di crescita.

Questo amore povero di energia, è frutto di traumi, di conflitti, di eredità negative che giungono anche dalle generazioni precedenti.
Sono interruzioni dei movimenti di energia naturali, sono blocchi di flusso e di nutrimento primario, che genereranno sofferenza, mancanza, vuoto, depressione, incapacità di scegliere, di vivere a pieno il proprio destino, in una parola, di angoscia.
Ecco l’angoscia che ritorna, lei è la vera protagonista della filosofia e della letteratura esistenzialista del ‘900, questa sensazione è ciò da cui si sfugge continuamente.

L’uomo in tutta la sua storia ha cercato di emanciparsi dalla sofferenza, attraverso l’arte, la spiritualità, la terapia, il gioco, il rito, la fuga, l’amore.
Il viaggio, per conoscere se stessi, coincide con liberarsi da tutto ciò che ci fa soffrire.

La continua ricerca di energia, è, da una parte, fisiologica per la vita, in quanto il corpo necessita di cibo e di movimento e, dall’altra, è il tentativo dell’anima di trovare quell’energia della cura, che gli permetta di riavvicinarsi allo stupore dell’infanzia, nella quale basta “essere” per essere felice.

La vita stessa è il tentativo di dare risposta alla domanda “qual è il senso della vita?” e più profondamente “che cosa significa esistere o morire?”.

Abbiamo barattato lo stupore della vita con l’angoscia della morte.

Tutte le culture in tutte le epoche, in modi differenti, si sono poste queste domande e le hanno elaborate traducendole in filosofie, rituali e cerimonie sacre.

Come rapportarsi all’energia senza filtri, vivendola e conoscendola?

Strumenti antichi come la meditazione, aiutano a vivere l’energia della vita, ci insegnano a frequentare le domande esistenziali in modo più lecito, ci permettono di trascendere la sofferenza, vincere la paura, vivere più serenamente vicini alla nostra verità.

La meditazione, è una strada, tra molte, che permette all’anima di vivere il suo difficile viaggio, in modo più pieno e consapevole.

Gli approcci per favorire stati meditativi e contemplativi sono molti e diversi, esistono pratiche immobili, seduti a gambe incrociate e altre più dinamiche come danze estatiche o di gruppo più codificate.

La meditazione esiste da migliaia di anni, ha aiutato milioni di ricercatori a superare la sofferenza, liberandoli dagli attaccamenti emotivi e dalle paure di vivere.

Meditazione però, non come terapia, ma come ricerca continua del lecito rapporto con l’Assoluto, con il crudo fatto di esserci qui e ora.

La meditazione, quindi, ci tiene desti sulla natura illusoria dell’esistenza, ci aiuta a ricordarci del valore dell’esserci’, ci insegna a vivere la nostra energia, ci svela i segreti della coscienza che ci comunica costantemente un unico significato: esistiamo e il nulla non si dà.

Lo stupore che questa esperienza significativa genera ci rende, ogni volta che ce ne ricordiamo, più liberi e più vicini alla nostra vera natura.

Le meditazione, oggi, è, ancora, sconosciuta in Occidente, la si confonde ingenuamente come una tecnica di rilassamento, di benessere e di pace.
In realtà e’ un antichissimo strumento di conoscenza, di trasformazione e di liberazione individuale ancora tutto da scoprire, da valorizzare e da sperimentare.

Le tecniche a nostra disposizione sono moltissime e spesso molto diverse una dall’altra, a seconda della tradizione, della scuola e dei Maestri che le hanno messe a punto.
Con molta calma bisogna, solo, scegliere quella giusta per noi e questo è possibile solo sperimentando, mettendosi in gioco in prima persona, anche questa è ricerca.

Abbiamo compreso che la medicina c’è, adesso, senza incertezze, bisogna cominciare a praticare costantemente rimanendo sempre se stessi e orientandosi verso il nostro vero e più sacro bisogno: smettere di soffrire.

Buona pratica.

Costellazioni Familiari: un esempio

Costellazioni Familiari: un esempio

Esempio di una Costellazione familiare

Prima dell’esempio specifico verranno descritti i passaggi tecnici, per eseguire una costellazione familiare classica.

Ci troviamo in una sala per seminari molto grande, c’è un cerchio di sedie con i partecipanti, il numero può variare, il facilitatore è seduto e alla sua destra siede il cliente.

La prima domanda che viene posta al costellato dal costellatore è : che cosa desideri vedere nella costellazione?
Il cliente espone brevemente il disagio, è importante che sia una panoramica di poche parole, la sintesi è un valore prezioso in questo metodo.

Individuato il tema il facilitatore chiederà : ci sono dei fatti tragici nel tuo albero genealogico, che ti ricordi e di cui in famiglia parlano o tengono nascosti?
Il cliente indicherà ciò che è per lui significativo e il facilitatore valuterà come procedere.

I presenti nella sala ascoltano in silenzio.

Dopo questa seconda fase, il facilitatore chiederà al cliente di scegliere tra i presenti delle persone che rappresentano i ruoli dei soggetti coinvolti nel tema e nei fatti.
Queste persone verranno portate al centro della sala, immobili e silenziose.

Nella quarta fase il conduttore dirà : “i rappresentanti seguano il movimento che gli indica il campo morfico”
La costellazione inizia e poi si procederà caso per caso.

Nella Costellazione Familiare che segue il cliente è il figlio e ha difficoltà a riprendere i contatti con la famiglia di origine ( questo è il TEMA della costellazione ).

Sa che la madre ha avuto un ex fidanzato morto in guerra e poi si è sposata con suo padre (questi sono i FATTI considerati rilevanti in questa circostanza ).

Vengono scelti tra i partecipanti, quattro rappresentanti nei ruoli di figlio, padre, madre e ex fidanzato della madre.
Queste persone vengono disposte al centro della sala e, poi, seguiranno il movimento che il campo morfogenetico gli indica.
I rappresentanti si dispongono come si vede nell’immagine.

Nella prima rappresentazione il figlio compare alla destra della madre, questa è già un’indicazione chiara di una posizione anomala, poiché alla destra della madre ci sta il marito, padre del cliente e non il figlio.
Il padre è spostato dietro e l’ex fidanzato della madre sta spostato dietro e a destra,
come nell’immagine…

La domanda, in questo studio, da porsi, è la seguente : quali emozioni provano i rappresentanti uno per l’altro in questa costellazione familiare?
Il facilitatore chiederà ad ogni rappresentante cosa sente nei confronti degli altri e agirà di conseguenza.

Il Figlio alla destra della madre, rappresenta l’ex fidanzato della madre con cui è identificato ( irretito ), è quindi in una posizione non sua, è l’amante della madre e per lei rappresenta questo ruolo.
Il Figlio si sentirà “bene” in questo ruolo.
Il Figlio proverà simpatia per l’ex-fidanzato di cui porta delle caratteristiche ed è quindi legato da un destino che confonde tutti i ruoli.
Il Figlio nei confronti del padre sentirà competizione, gli ha preso il posto e desidera tenerselo per amore cieco nei confronti della madre.

La Madre vedrà nel figlio anche l’amante-marito, invece il vero Padre viene escluso e per questo si sentirà non visto, non considerato.

Che cosa possiamo fare in questa costellazione familiare?

Dobbiamo restituire ad ognuno il suo ruolo, dobbiamo includere l’ex-fidanzato nel sistema, poiché era stato escluso e ridefinire le relazione secondo gli ordini dell’amore.

Vengono, con attenzione, fatte pronunciare delle frasi di guarigione.

Il Figlio dice alla madre : “mio padre è lui, solo lui”
Con questa frase ridefiniamo i ruoli e riportiamo il padre nel suo giusto spazio alla destra della madre.
continuando …“con l’altro non ho niente a che vedere”

Questa frase ci aiuta a sciogliere l’identificazione con l’ex-fidanzato che viene reincluso nel sistema e il figlio può tornare a fare il figlio sciogliendo l’irretimento.

Durante questa fase, tutti i rappresentanti della costellazione e il cliente sentono, in modo evidente, sensazioni relative al tema che sta trovando soluzione.

Con la reinclusione nel sistema dell’ex-fidanzato della madre e con la ridefinizione dei ruoli, il padre torna ad essere padre e marito della madre e il figlio torna a fare il figlio, le sensazioni di disagio che creavano l’irretimento si sciolgono e sarà facile per il cliente ritrovare la connessione con la famiglia di origine.

La disposizione alla fine sarà come nell’immagine

Esempio di una seduta di Dialogo delle voci

Esempio di una seduta di Dialogo delle voci

Esempio di una seduta di Dialogo delle voci

Consueling - Il Dialogo delle VociFacilitatore : ciao
Cliente : ciao
F : che tema mi vuoi portare?
C : di un sé perfezionista che a volte mi congela?
F : dimmi un po’ di più dal centro, è una parte che si attiva più nel lavoro, a casa o in tutti i vari ambienti…
C : si attiva nel lavoro, nella mia vita personale sono il contrario, sono disordinata più che creativa, si attiva quando faccio qualcosa a cui tengo molto e lo devo fare in modo perfetto …
F : non solo nel lavoro, ma tutto ciò che desideri fare con impegno, ho capito bene?
C : si, si
F : ok, l’hai sempre saputo oppure ti sei accorta recentemente?
C : la storia è questa, questo sé legge il metodo come il gestore completo, il re della situazione. E’ nato alla quarta superiore che ero stata malata dovevo fare l’esame ed ero troppo indietro. Lì ho avuto una punta di orgoglio e ho recuperato tutto. Il metodo è diventato parte della mia vita.
F : adesso ne senti la pesantezza…
C : si e sopratutto la fretta di non potermi sperimentare e di voler essere subito brava la prima volta
F : sento che il sé perfezionista sta emergendo, posizioniamo un cuscino alla tua destra o dove desideri tu e poi farai uno spostamento dal centro verso il cuscino e inizieremo a intervistarlo, ti va bene?
( La tecnica del Dialogo delle voci ha sviluppato molti metodi per isolare un sé e facilitare la sua conoscenza attraverso domande mirate del facilitatore. Lo spostamento è una di queste tecniche, consiste nel far spostare nello spazio il cliente per fargli fare l’esperienza diretta del sé. Questa modalità è indicata per certi clienti, non è consigliata nelle prime sedute, ma solo quando si è acquisita una certa esperienza con il metodo ).
C : si, si, ma non sta seduto, sta in piedi

F : ah ah ah, ok.
C1 : sto in piedi.
F : sembra che tu lo abbia aiutato parecchio
C1 : ma scherzi se non c’ero io non ce la faceva e poi è stato tutto un crescendo di impegni e li ci vuole metodo…
F : metodo
C1 : io sono il re del metodo, si studia otto ore, le scalette…
F : e del metodo hai fatto una via di successo per lei?
C1 : si, tam tam tam, metodo
F : bene, mi sembra di percepire
C1 : esatto
F : mi sembra di percepire che sei sicuro, sei maschile?
C1 : si, con il metodo si arriva ovunque
F : il tuo stemma?
C1 : stella cometa che mi dà l’orientamento, impegno, volontà, metodo.
F : da dove parte la tua energia?
C1 : dal terzo chakra, con piedi ben piantati a terra
F : e il tuo campo di energia?
C1 : tosto, impenetrabile
F : anche agli svaghi e alle distrazioni e anche direzionato, come se tu le indicassi la strada
C1 : adesso lei è un po’ in crisi
F : sai che mi hai anticipato la domanda
C1 : si è un po’ in crisi e sai che fino a quattro o cinque anni fa con il metodo andava adesso non serve più, nel senso che raggiunge gli obiettivi, ma in un modo veloce e con maggiore capacità di altri grazie a me e non sta zitta, non sta zitta. Obietta, e parla e critica.
F : che cosa è cambiato?
C1 : è cambiato il mondo e adesso non sono più tanto i risultati, sono le relazioni che tu tieni
F : e questo ha messo in crisi te?
C1 : lei è in crisi anche in questi ultimi giorni, perché stanno facendo una carriera fulminante delle persone che non hanno mai portato a casa niente
F : ok, seguendo te, se capisco bene, ha raggiunto tutti gli obiettivi che vi siete dati, adesso parliamo dell’azienda, adesso sono cambiate le politiche aziendali e le relazioni, e quindi c’erano dei passi per lei che ti aspettavi, nuovi lavori?
C1 : si, promozioni gli hanno fatto intendere che una promozione l’hanno data a lei e invece quello che piaceva veramente a lei l’hanno data a un’altra…
F : e che caratteristiche ha quest’altra che a lei infastidiscono?
C1 : parità di dipartimenti, non ha fatto formazione, ha vissuto di rendita …
F : per te è strano, il tuo metodo è quello che …
C1 : vince
F : una cosa che lei ha detto prima è che tu la cosa la facessi bene dal primo istante.
C1 : esatto, perché lei deve farla bene con logica, metodo, approfondire, ma non sempre funziona così
F : tu non ammetti errore…come la vedi la Cinzia che è li, grande, piccola, in buona salute…
C1 : la vedo bene, anche se ha l’età che ha è in forma, siamo insieme da quando avevo diciassette anni…le voglio bene
F : sei tu che hai guidato il carro,…, cosa proteggi tu?
C1: dall’inettitudine…
F : c’è una parte di lei o temi che ci sia una parte di lei un po’ imbranatina, pasticciona?
C1 : si è quella che viene fuori a casa, li ho poco potere, mi ha chiuso fuori dall’uscio…
F : c’è un po’ un giochino fra te e lei?
C1 : si
F : per te com’è la frase “qui non c’è bisogno del tuo metodo”
C1 : io subentro quando lei sente disagio
F : che tipo di disagio
C1 : situazioni nuove, non voglio che lei sia banale e troppo invasiva
F : tu la sgridi
C1 : io l’ho sgridata ampiamente e ho fatto anche una seduta su questo…
F : lei ha fatto una seduta e ha fatto parlare te
C1 : si, e mi ha detto che non è solo studiare, ma bisogna sentire e capire e se ti inceppi perché non sa non importa…
F : ma queste frasi come ti sono arrivate è stata dura perché non è nella tua natura…
C1 : si
F : mi sembra di capire che si apre un periodo di confronto, di revisione della vostra relazione dove lei ti chiede alcuni spazi in più tu però non ti fidi tanto e appena lei ha un disagio tu arrivi e sul fronte lavorativo rimani stupito che ci sono persone che non hanno seguito nessun metodo, formazioni, corsi e sono li che crescono
C1 : questo mi mette in difficoltà perché l’ho sempre sostenuta con questo…
F : si è questo è il modo tuo…
C1 : adesso lei mi dice e tutte quelle ore di studio e di ricerca se andavi a fare un giro negli ulivi non era meglio?
F : lei non ti dice grazie
C1 : in questo momento no
F : ti piacerebbe che lei ti dicesse grazie?
C1 : si certo
F : sei stato un alleato formidabile anche se lei sta cercando anche altre risorse, di fatto la bambina imbranatina la proteggi tu
C1 : si
F : torniamo al centro, ti separi da questa energia del perfezionista e del metodo.
Vicino a te c’è il Bambino un po’ imbranatino-vulnerabile
Hai già iniziato ad avere un contatto con lui o il contatto avviene sempre attraverso il metodo?
C : attraverso il metodo perché mi fa molta paura, perché c’è una vulnerabilità che è stata presa in giro e ridicolizzata da tutti.
F : e quindi non c’è ancora un alleato. Ti farebbe piacere poter avere un’energia alleata a te per potersi prendere cura di lei? Come ti senti?
C : sento un groppetto alla gola? Una cosa che mi stupisce, ma è così, che forse, è legata più la bambina al metodo che io stessa…
F : diciamo che comincia a costituirsi al centro un io cosciente che vede questo e prima oscillavi tra queste due, molto metodo e la bambina, che rimbalzavano e poi si sono separate e poi Raffaella riesce a vedere in modo un po’ più lucido. Senti di dire qualcosa?
C : no
F : queste energie si manifestano al lavoro e a casa in modo differente, …
C : in casa la bambina imbranata veniva criticata ! Ogni volta che tocca il computer mio ex marito “attenzione, attenzione ha toccato tutto non so più come procedere oddio oddio…”
F : sembra che recentemente sia uscito una energia protettiva che dice stiamo a casa nostra…
C : si, adesso non c’è più invasione e l’invito lo faccio io…
F : è possibile che ci sia un’energia emergente che teme il giudizio degli altri, cosa dirà la gente se lo fai cosi e cosi…
C : si
F : facciamo parlare “il sé cosa dice la gente?”

C2 : io ho avuto paura per lei che non fosse una persona di successo
F : tu volevi che lei fosse una persona di successo. Che cos’è per te il successo?
C2 : riconoscimento delle capacità, dell’impegno, delle idee …
F : più che paura del giudizio possiamo dire che tu vuoi che la gente riconosca il suo valore…
C2 : si, si
F : e se questo non accade e le persone non le danno questo riconoscimento, tu cosa fai?
C2 : non occorre neppure sgridarla perché lei cade in una bella frustrazione…
F : lei o te? Cosa fai da sotto?
C2 : da sotto gli dico “se facevi così o cosà …” nel metodo non ci sono errori
F : il metodo è stato un tuo alleato di successo
C2 : sono stati più di relazione
F : come se avesse lasciato sguarnito qualcosa anche perché il metodo non ha a che fare con le relazioni. Quindi per te è importante che lei abbia successo e tu il successo lo misuri anche dal riscontro delle persone. Se questo non arriva allora tu ti arrabbi con lei.
C2 : si
F : sei da molto con lei con questa spinta?
C2 : da quando ha cominciato ad andare benissimo a scuola
F : da lì è come se aveste cavalcato un onda e da qua non si scende…
C2 : da qua non si scende
F : da dove parte la tua energia dentro di lei…questa spinta al successo e anche la misura del successo attraverso l’approvazione degli altri, forse tu sei un alleato a lei, forse un fratello…lo conosci?
C2 : si
F : lui fa da termometro nel mondo, tu sei preso dallo studiare…tu ti affacci fuori e aspetta un attimo e qui…è stato faticoso mantenere la media del dieci…
C2 : si
F : sei tu che sei rimasto spiazzato dal successo di questa collega che senza metodo, senza corsi, senza formazione è pari grado…
C2 : si o gli daranno un progetto che voleva Cinzia
F : per te il successo è legato al metodo e allo sforzo che gli altri riconoscono?
C2 : si
F : vedo che ti sei seduta come osservatrice anche del mondo…
C2 : si osservo anche fuori
F : si quando il feedback è buono tu sei rassicurato…assomigli a qualcuno nella sua famiglia…con questi temi del successo…o è più una cosa tua?
C2 : forse…suo padre una carriera fondata sullo studio…
F : ma tu l’apprezzi comunque o se da fuori non arriva non l’apprezzi neppure tu?
C2 : fino a qualche anno fa era molto forte la determinante e adesso le cose sono un po’ cambiate…
F : tu riesci ad apprezzarla comunque?
C2 : faccio fatica, ma cerco di apprezzarla perché dei successi li ha avuti, dei successi li ha avuti…lei una volta aveva 34 anni è stata l’unica volta che non è arrivata prima ad un concorso e sono rimasta di merda…
F : il metodo vi aveva viziato ! Tu non sei capace di affrontare gli insuccessi, hai altre qualità. Quali pensi sia la tua qualità.
C2 : sfida, la curiosità
F : tu alzi il tiro, ti da gusto
C2 : si
F : ah ah ah ah ok. Avevate creato un metodo vincente e adesso che avvengono cose nuove siete un po’ spiazzati…
C2 : certo
F : come vedi la Raffaella tu da li?
C2 : bene
F : la sfida ti dà una carica, adrenalina
C2 : si
F : grazie, mi ha fatto piacere conoscerti, hai qualcosa da chiedere a Raffaella o torniamo al centro?
C2 : va bene così.
F : Come ti senti?
C : bene
F : Il Bambino/a vulnerabile a cui abbiamo accennato prima lo senti e lo conosci? Facciamo un piccolo spostamento, solo per sentire un attimo.
C : vulnerabilità?
F : vulnerabilità non significa una parte solo feribile, ma può essere qualunque cosa e sente tutta la gamma emotiva, li sente certe emozioni, quell’altra parte sente altre emozioni.
C3 : …. ( lentamente Raffaella entra nella posizione della vulnerabilità )
F : ascolta, rimani un po’ li, sei piccola non parli, sentiti…ora ritorna al centro.
C : …è un bambina questa, e vuole essere vista, vuole il suo spazio…
F : esattamente quanto lei non vuole essere vista tanto lei vuole essere vista… eccomi qua ! Ok. Forse tu Raffaella potresti dirle ( alla bambina) che è brava …
C: io la conosco adesso questa bambina…
F : potresti dirle ti voglio bene…
C : quella la conoscevo…
F : è per questo che è importante conoscerla…il fatto che adesso che Raffaella ti possa vedere ti fa stare meglio.
C : si, lo sento.
F : concludiamo, facciamo la Visione lucida (la VL rappresenta una sintesi, un riepilogo di tutta la seduta, che il facilitatore fa alla fine, con il cliente seduto di fianco che ascolta in silenzio).